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Il romanzo è stato scritto dopo un viaggio dell’autrice alle isole Solovki e dopo
la lettura del libro “Solovki. Le isole del martirio” di Jurij Brodskij, al quale si è ispirata.
Alla luce dei sentimenti in lei destatisi dall’esperienza alla visita del monastero e del lager,
nell’isola Grande delle Solovki e in particolare attratta dalla personalità del “prete consolatore”, la scrittrice ha romanzato la figura di questo monaco, realmente vissuto e poi morto alla Sekira (Julia Papa Songia).